1 settembre 2021
L’Ailanto (detto anche albero del paradiso) Ailanthus altissima è originario della Cina. L’introduzione in Europa è avvenuta intorno al 1740 per scopi ornamentali, ma è stato coltivato anche per allevare il bombice dell’ailanto (Samia cynthia), che doveva sostituire il baco da seta.
E' un albero caducifoglio alto generalmente dai 6 ai 10 m, ma capace di raggiungere i 30 m. Le foglie sono composte e imparipennate, e sono costituite da un numero elevato di foglioline ovato-lanceolate (fino a 25). La corteccia è chiara, grigiastra e liscia negli individui giovani, screpolata e fessurata longitudinalmente negli esemplari più vecchi. L’ailanto è generalmente dioico, ovvero con individui maschili e femminili. Fiorisce tra maggio e giugno e i fiori sono piccoli, verde-giallastri e raccolti in grandi infiorescenze terminali. Gli individui maschili emanano un odore sgradevole alla fioritura. I frutti, riuniti in grappoli penduli, sono vivacemente colorati di giallo, arancio e rosso fino a completa maturazione (settembre-ottobre), quando diventano di consistenza papiracea. Contengono un unico seme e sono appiattiti e dotati di una espansione alare, che ne facilita la dispersione ad opera del vento. Tutte le parti della pianta, ma soprattutto le foglie, hanno un odore caratteristico e molto marcato.
Attualmente, l’ailanto è considerato una pianta molto invasiva, presente in tutto il mondo. È infatti diffuso in gran parte dei paesi europei (Italia inclusa), negli Stati Uniti, in Australia e in Nuova Zelanda. Questa specie compete con la flora spontanea nelle aree urbane e antropiche (comprese le aree archeologiche), ma può invadere anche i margini delle foreste, le radure e i prati. L’invasività della specie è favorita da una serie di caratteristiche: la grande adattabilità a terreni poveri ed ambienti degradati; la produzione di sostanze (come l’ailantone) che inibiscono la crescita delle altre specie vegetali; la crescita rapida; la produzione di una grande quantità di frutti, facilmente dispersi, e la capacità di emettere nuovi polloni* dopo il taglio.
Nel 2019,l'Ailanto è stato incluso nella Lista di specie aliene invasive di rilevanza unionale (aggiornata regolarmente a seguito del Regolamento UE n. 1143/2014), per le quali vige il divieto di commercio, possesso, scambio, trasporto e rilascio in natura nei Paesi membri. Il regolamento europeo impone anche l’obbligo di immediata segnalazione, controllo o eradicazione in ambienti naturali, dove l’ailanto entra in competizione con le specie native e dove la sua diffusione rappresenta una minaccia per la conservazione della biodiversità. La rimozione dell’ailanto, tuttavia, è molto complicata, perché, se non viene opportunamente trattato anche l’apparato radicale, l'albero ricaccia vigorosamente dai tagli.
Alle Ponziane, l'ailanto è presente in pochi siti su Ponza e Ventotene ma in alcuni casi la sua diffusione locale è notevole. A Ventotene, in particolare, alcuni nuclei di ailanto presenti nella zona di Punta dell’Arco, all’estremità meridionale dell’isola, si stanno espandendo rapidamente negli ultimi anni, con numerosi esemplari giovani e diffusi all’interno degli ambienti di prateria e macchia. A Ponza, l’ailanto è presente nell’abitato principale e nei pressi del cimitero monumentale.
*germogli che sviluppano rami direttamente dalla radice o dal tronco