29 marzo 2024
In questi anni abbiamo parlato spesso di biosicurezza, la pratica di proteggere un luogo dalla minaccia di arrivo (trasportati volontariamente o involontariamente dall’uomo) di animali e piante che non sono naturalmente presenti in quel luogo.
La biosicurezza è un’azione, una precauzione che deve essere costante e duratura. Non si può abbassare la guardia. Nel nostro caso, dopo tutti gli sforzi sostenuti per eradicare i ratti dall’isola di Ventotene (ricordiamo l’isola con più abitanti del mondo tra quelle liberate dai ratti) sarebbe un vero delitto abbandonare la presa e permettere la ricolonizzazione da parte di questi predatori alieni e invasivi. È sarebbe una tragedia per le berte maggiori e le berte minori che nidificano in questa isola. Per questo ad intervalli regolari una piccola squadra del PonDerat torna a Ventotene. Si controlla che non ci siano tracce di ratto e che la rete di dispositivi di diverso tipo (erogatori, fototrappole, ecc) approntata per intercettare eventuali ratti arrivati sull’isola funzioni.
Ricordiamo che i ratti provocavano ingenti danni anche alle colture agricole e, a quanto ci è stato riferito da uno dei pescatori storici dell’isola, anche alle reti lasciate a fine giornata nel porto. Camminare a bordo dei campi coltivati cosi magistralmente dai ventotenesi, raccogliere le loro testimonianze e ancor di più vedere le nuove piante crescere senza la minaccia dei ratti e è una vera gioia per i nostri occhi e una ricompensa per il lavoro fatto.
Lungo il cammino si controllano anche le zone dove è stato eradicato il Carpobrotus, per verificare che non ci siano segnali di ripresa di questa pianta invasiva ed è bello ammirare le numerose specie native che hanno preso il suo posto.
E infine, se si ha tempo, perchè non dare una mano alla stazione di inanellamento dove in questo periodo sono indaffaratissimi visto l'arrivo di migliaia di uccelli migratori? E' sempre un piacere!