3 dicembre 2020
Tra i ragni delle Ponziane una delle specie più inconfondibili è sicuramente l’Argiope lobata (Pallas, 1772), sia per le particolari lobature dell'addome (che la rendono facilmente riconoscibile dalla più comune Argiope bruennichi), sia per la struttura delle ragnatele, molto grandi e dal disegno complesso. La tela di questi ragni infatti è decorata con una struttura detta “stabilimentum“, che pare abbia una funzione specifica nell’attirare insetti e a ridurre gli impatti degli uccelli sulle tele.
Il maschio di questa specie è di piccole dimensioni (il suo corpo non supera la lunghezza di 6 mm) mentre la femmina è decisamente più grande (può arrivare ad una lunghezza di 25 mm) e appariscente, risultando un soggetto ideale per le fotografie visto che anche quando ci si avvicina alla tela rimane ferma al centro della stessa, facendo mostra di tutta la sua bellezza.
Questo ragno si nutre principalmente di ortotteri, anche se non disdegna altri insetti che rimangono intrappolati nella sua tela. Se disturbato, attua un comportamento particolare facendo vibrare la tela in maniera energica, in modo da scoraggiare un potenziale predatore. Come la congenerica Argiope bruennichi, questa specie non è pericolosa per l’uomo: non è un ragno aggressivo e nei rari casi di morso, a parte il dolore dovuto ai cheliceri che bucano la pelle, rimane un arrossamento locale che perdura in base alla sensibilità del soggetto morso.
Come ha fatto un ragno del genere a colonizzare le isole, come ad esempio le Ponziane? Sono i piccoli che sono in grado di utilizzare anche il vento come strumento di dispersione: attraverso il cosiddetto "ballooning" riescono così ad essere catapultati oltre, ad esempio, un braccio di mare e comunque ben lontano dal loro luogo di nascita.