23 aprile 2020
È importante intervenire sulle isole per fermare le specie invasive e salvaguardare la biodiversità unica e insostituibile che caratterizza gli ambienti insulari. Su questo, tutti d'accordo. Ma dove intervenire prima? Quali isole sono le più a rischio che quindi "meritano" una priorità in una ipotetica lista?
Sulla rivista scientifica internazionale PLoS ONE è uscito un articolo che vede tra gli autori anche il nostro Paolo Sposimo che cerca di dare una risposta a questa, ed altre, domande cruciali.
L’articolo prende in esame le isole di tutto il mondo e stila la classifica di quelle dove sarebbe più importante, per la conservazione della biodiversità a livello globale, effettuare eradicazioni di specie aliene invasive.
Il dataset utilizzato, relativo a 1279 isole di tutto il mondo, include i dati sulla distribuzione di 1184 specie di vertebrati insulari altamente minacciati e di 184 specie di mammiferi alieni invasivi.
La classifica delle isole prioritarie su cui agire è stata stilata non solo sulla base di fattori biogeografici e tecnici, ma tenendo anche conto della fattibilità socio-politica degli interventi di eradicazione.
L’analisi ha permesso di identificare 169 isole dove l’eradicazione potrebbe essere avviata entro i prossimi 10 anni. Complessivamente, tali azioni potrebbero migliorare le prospettive di sopravvivenza del 9% dei vertebrati insulari più minacciati al mondo. Non solo: l’analisi della fattibilità mostra che sulla maggior parte delle isole identificate (107), i progetti di eradicazione potrebbero addirittura essere avviati entro il 2020, contribuendo così alla salvaguardia di 80 specie di vertebrati.
Le isole costituiscono una grande opportunità per la tutela della biodiversità perché in proporzione ospitano un numero maggiore di specie rispetto alla terraferma. In questo interessante articolo si dimostra come focalizzare gli sforzi di eradicazione delle specie aliene sulle isole prioritarie possa dare un contributo sostanziale al raggiungimento degli obiettivi di conservazione della biodiversità a scala globale.
Per approfondimenti è possibile consultare l'articolo originale al pdf allegato o al link indicato.